Abbiamo raccolto qui nel glossario alcuni dei termini fondamentali per la comprensione del progetto Life DOP che possono essere di più difficile comprensione per i non addetti ai lavori
- Biogas
- Digestato
- Direttiva Nitrati
- Efficienza Alimentare (nelle bovine da latte)
- LCA
- Sistemi foraggeri
Biogas – glossario
Biogas
Miscela di metano e anidride carbonica (principalmente) prodotta della fermentazione anaerobica di materiale organico biodegradabile. La digestione anaerobica è una biotecnologia che permette di produrre energia rinnovabile da biomasse, valorizzando anche le ultime fasi del ciclo del carbonio (es. liquami, residui vegetali sottoprodotti).
Nell’industria zootecnica si applica ai reflui degli animali o carcasse; si possono utilizzare anche colture appositamente coltivate allo scopo di essere raccolte e trinciate per produrre “biomassa”, come mais, sorgo zuccherino, grano, canna comune, bietole.
L’intero processo vede la decomposizione del materiale organico da parte di alcuni tipi di batteri, producendo anidride carbonica, idrogeno molecolare e metano
Digestato
Digestato
Il digestato è il sottoprodotto del processo di digestione anaerobica dopo la produzione di biogas. E’ utilizzato come materiale fertilizzante sulle principali colture agrarie. La digestione anaerobica, infatti, determina una riduzione della sostanza organica ma non riduce la dotazione di azoto, fosforo potassio e micronutrienti.
La valorizzazione del digestato è un punto chiave nella sostenibilità economico-ambientale della filiera “biogas” e della filiera zootecnica: infatti, è un fertilizzante ed elevata efficienza prodotto in azienda. Identificare il digestato come un vero e proprio fertilizzante, permette anche di uscire dal solo orizzonte aziendale e di promuovere azioni per la valorizzazione di questa risorsa fuori dall’ azienda zootecnica, permettendo al territorio di fare “sistema” e promuovendo una logica di filiera produttiva a ciclo chiuso e di protezione dell’ambiente, in un approccio “green” dell’agricoltura moderna.
Direttiva nitrati
Direttiva nitrati
Col nome convenzionale di direttiva nitrati si individua la direttiva comunitaria 91/676/CEE. La direttiva è stata recepita dalla successiva normativa italiana tramite il decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152 e il decreto ministeriale 7 aprile 2006. I contenuti fondamentali della direttiva sono:
- l’individuazione di Zone Vulnerabili da Nitrati di origine agricola (ZVN), nelle quali è introdotto il divieto di spargimento dei reflui degli allevamenti oltre un limite massimo annuo di 250 kg di azoto per ettaro;
- la regolamentazione dell’utilizzazione agronomica dei reflui zootecnici, con definizione dei cosiddetti Programmi d’Azione: tali programmi stabiliscono le modalità con cui possono essere effettuati gli spandimenti.
In applicazione di tale direttiva le Regioni Italiane hanno delimitato le Zone Vulnerabili ai Nitrati di origine agricola (ZVN) e hanno redatto Il Piano di Azione Obbligatorio che è l’insieme di regole che le aziende, zootecniche e non, devono rispettare.
Efficienza alimentare
Efficienza Alimentare (nelle bovine da latte)
L’efficienza alimentare nelle bovine da latte è un indice che misura la capacità di conversione della dieta somministrata e ingerita in latte realmente prodotto.
Il miglioramento delle condizioni ambientali (stalle, strutture, impianti di mungitura), del livello genetico delle bovine (in ogni razza, ma particolarmente per le razze più presenti e produttive) e delle conoscenze nel campo della nutrizione ed alimentazione delle bovine da latte per un corretto razionamento, ha permesso notevoli miglioramenti dell’efficienza alimentare. Se negli anni ’50-’60 non era infrequente trovare valori di efficienza di 1 kg di latte per 1 kg di sostanza secca ingerita, ora mediamente consideriamo un buon valore produrre 1,3 kg di latte per ogni kg di sostanza secca.
Poiché un animale più produttivo utilizza in percentuale una quota minore di alimento ingerito per il suo mantenimento corporeo, mentre una quota maggiore viene convertita in latte, è inevitabile che il miglioramento dell’efficienza alimentare porti anche notevoli vantaggi sia nel contenimento del costo di produzione del latte e dell’incidenza economica dell’alimentazione nella produzione di latte, sia dal punto di vista ambientale, diminuendo l’impatto a livello di tutti i parametri misurabili, nell’aumentare quindi la sostenibilità degli allevamenti da latte.
Input ambientale
Input ambientale
Per input ambientale si intende il costo in termini di risorse ambientali e di energie spese per produrre il bene. Sia per ragioni ambientali che economiche, è quindi preferibile utilizzare alimenti a basso input, con un costo leggero in termini ambientali ed energetici, con un alleggerimento del LCA complessivo della filiera.
Life Cycle Assessment
Life Cycle Assessment
In italiano “valutazione del ciclo di vita”, conosciuto anche con la sigla LCA. Metodo che valuta un insieme di interazioni che un prodotto o un servizio ha con l’ambiente, considerando il suo intero ciclo di vita che include le fasi di preproduzione (quindi anche estrazione e produzione dei materiali), produzione, distribuzione, uso (quindi anche riuso e manutenzione), riciclaggio e dismissione finale. La procedura LCA è standardizzata a livello internazionale dalle norme ISO 14040 e 14044.
sistemi foraggeri
Sistemi foraggeri
In un’azienda zootecnica il sistema foraggero è la scelta delle specifiche coltivazioni, adatte alle singole e peculiari caratteristiche aziendali, atte a produrre in proprio una parte importante degli alimenti da destinare al bestiame.
Nel caso delle bovine da latte la scelta delle migliori foraggere nella produzione di alimenti energetici e proteici, può portare a produrre i migliori alimenti possibili da impiegare in stalla, anche per ridurre il costo di alimentazione. Impiegare le superfici aziendali per produrre alimenti di elevata qualità ha dimostrato di essere la scelta imprenditoriale migliore per l’allevatore. La corretta gestione del sistema foraggero consente di ottenere alimenti altrimenti non reperibili sul mercato (si pensi alle foraggere insilate o alla sostituzione delle fonti proteiche esterne con foraggi proteici coltivati).
La scelta delle specie da coltivare, delle rotazioni adeguate, delle tipologie di conservazione migliori e dell’integrazione con il razionamento in stalla, sono le strategie indispensabili per una zootecnia moderna e sostenibile.