Grazie all’avanzamento delle azioni di misurazione Life Dop, condotte da Associazione Mantovana Allevatori in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, il progetto ha raccolto una quantità poderosa di dati relativi alla fase di campo e di stalla che ci permettono di meglio comprendere quali sono i punti di forza della filiera e quali sono le fasi che potrebbero essere ottimizzate o rese più efficienti.
Target group
Allevatori, agricoltori, mangimifici, produttori
Obiettivi
Diffondere i primi risultati sulla sostenibilità ambientale della produzione di latte nei due sistemi a Grana Padano e Parmigiano Reggiano nell’areale mantovano.
Considerazioni generali
La sostenibilità ambientale viene valutata con il metodo dell’analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment, LCA) che è un metodo diffuso a livello mondiale, per quantificare gli impatti sull’ambiente di diversi prodotti.
L’LCA prevede quattro fasi, tramite le quali:
- si decide lo scopo dello studio, l’unità funzionale (ovvero l’unità a cui si riferiscono tutti gli input e gli output), i confini del sistema analizzato (in questo caso: “dalla culla al cancello aziendale”) ed il metodo di calcolo degli impatti,
- si raccolgono tutti i dati di inventario, che si riferiscono all’uso degli input produttivi (alimenti acquistati, fertilizzanti, fitofarmaci, gasolio, ecc.) e agli output (latte e carne, emissioni al suolo, acqua e aria),
- si calcolano gli impatti ambientali che vengono definiti da specifiche categorie di impatto (riscaldamento globale, acidificazione, eutrofizzazione, ecc.),
- si identificano i processi più impattanti, si traggono conclusioni e si propongono strategie di mitigazione per ridurre l’impatto.
I dati
Conclusioni
Grazie all’LCA si sono potuti identificare i processi che impattano maggiormente dal punto di vista ambientale sulla produzione di latte e, soprattutto, si è potuto misurare il loro contributo.
Per quanto riguarda i possibili miglioramenti, quindi, risulta particolarmente importante:
- bilanciare la razione in modo da equilibrare gli acquisti di mangimi e concentrati,
- migliorare la coltivazione facendo attenzione alle singole operazioni in campo in modo da ottenere buone rese, aumentare l’autosufficienza aziendale, ridurre l’impatto causato dalle colture aziendali e ridurre l’uso di prodotti acquistati,
- decidere consapevolmente quali mangimi e concentrati acquistare, evitando l’acquisto di prodotti ad alto impatto in termini di trasporto, input per la produzione e uso del suolo (ad esempio riducendo l’impiego di farina di estrazione di soia importata),
- rispettare le buone pratiche per lo spandimento dei reflui in campo e poter ridurre le emissioni di ammoniaca e la lisciviazione dei nitrati,
- impiegare sistemi di stoccaggio dei reflui che riducano anche in questo caso le emissioni di ammoniaca e metano (ad esempio preferendo vasche di raccolta dei reflui chiuse).