Si è tenuto a Dublino (IE) dal 19 al 21 ottobre il 10° International Conference on Life Cycle Assessment of Food, un interessante congresso sui temi dell’impatto ambientale nella produzione di alimenti, organizzato ogni 2 anni dall’LCA Food.
Il progetto LIFE DOP ha partecipato attraverso la presenza di Alberto Tamburini, del DiSAA-UNIMI partner di progetto, che è stato anche coautore di un lavoro sull’LCA per il Grana Padano.
Sono stati presentati molti lavori sull’impatto nella produzione di formaggi, e da parte dei ricercatori italiani in particolare sulla produzione di Grana Padano.
Sottolineiamo il lavoro di Matteo Guerci e coll., dal titolo “Carbon Footprint of Grana Padano PDO cheese in a full life cycle perspective” che hanno valutato 2 latterie per un totale di 24 aziende zootecniche conferenti, nella produzione di Grana Padano DOP stagionato 12 mesi. Tale calcolo LCA ha prodotto un valore per le 2 latterie coinvolte pari a 15,8 e 16,0 kg CO2-eq. per kg di formaggio. Il contributo maggiore è stato imputato alla fase di allevamento per la produzione di latte consegnato alla latteria (pari al 75,3-73,9 % rispettivamente per le 2 latterie). Tra le altre fasi in latteria la stagionatura e la produzione di prodotti secondari (siero) hanno giocato un ruolo importante nell’emissione di Gas ad Effetto Serra (GHG).
Inoltre il gruppo di lavoro Agrifood LCA LAB dell’Università degli Studi di Milano, partner del progetto LIFE DOP, ha presentato un lavoro sul “Life Cycle Assessment of Grana Padano cheese production” (Bava e coll., 2016)
Visualizza il poster “Life Cycle Assessment of Grana Padano cheese production”
Il lavoro ha mostrato un valore medio di 15,7 kg CO2-eq. per kg di formaggio Grana, con un contributo da parte della produzione di latte in allevamento di quasi il 90%. La ricerca è stata effettuata in un grande caseificio del nord Italia, che lavora quasi 100.000 t di latte all’anno, producendo più di 180.000 forme all’anno.